App Immuni: come funziona
ln un mare di notizie ed eventi che si susseguono in questo particolare periodo di Covid-19, dal tre di giugno si sente parlare anche della nuova App Immuni. Ma che cosa è questa App? E principalmente a cosa serve? E come funziona l’App Immuni?
Tante altre domande, più o meno intuitive, possono salire in mente nel momento in cui ci soffermiamo ad analizzare le funzionalità di questa applicazione.
Per esempio potremmo chiederci quanto può compromettere la nostra privacy. Oppure quanto l’applicazione incide sulle prestazioni del nostro smartphone. O, ancora, quanto Immuni è in grado di diminuire la durata della batteria quando è in funzione.
Ci asterremo dal commentare stravaganti teorie complottistiche o di improbabili organizzazioni cospirative che mirano a condizionare il genere umano. Blog Amico è un sito di divulgazione serio che ha l’ambizione di aiutare i meno esperti in tecnologia a capire il mondo che ci circonda.
Vediamo quindi di rispondere ai leciti dubbi che posso orientare la nostra decisione in merito all’opportunità di installare o meno l’App Immuni.
Che cosa è e che cosa fa l’App Immuni?
l’App Immuni è un applicativo per smartphone. Può essere installato sia in quelli che usano il sistema operativo Android che in quelli che sfruttano iOS, gli smatphone di casa Apple per intenderci.
Immuni serve a tracciare i contatti tra le persone al fine di prevenire la diffusione del COVID-19.
In altre parole quest’applicazione consente di registrare, temporaneamente, tutti i contatti avuti con altre persone che hanno in uso la medesima App. Se poi qualcuno di questi soggetti risultasse positivo al coronavirus, il nostro smartphone, ci avviserebbe con un messaggio del tipo: “guarda che negli ultimi quattordici giorni hai avuto un incontro ravvicinati con qualcuno positivo al Covid-19”.
In tal modo, una volta avvisati del rischio, potremo adottare tutti quei comportamenti virtuosi atti a limitare l’ulteriore espandersi della pandemia. Eventualmente si potrebbe valutare la possibilità di effettuare dei test per conoscere l’effettivo stato di salute.
Data la complessità della questione e leggendo la spiegazione teorica appena data credo sia meglio utilizzare un esempio per illustrare l’App Immuni e capire meglio come funziona.
Esempio di come funziona l’APP IMMUNI
Lucia prende la metropolitana per andare a lavoro. Sebbene il gestore della rete di trasporto pubblico abbia preso tutte le misure volte a permettere il corretto distanziamento sociale non sempre la distanza da Lorenzo, altro passeggero seduto comodamente a leggere, sarà quella raccomandata.
Come funziona la raccolta dei dati su Immuni
A questo punto, in forma completamente anonima, sia il telefono di Lorenzo che quello di Lucia registreranno l’avvenuto contatto. Per capire le modalità tecniche di come funziona l’App Immuni vedi l’articolo dedicato di blog amico.
A questo punto è importante precisare che al fine di tutelare la privacy di Lorenzo e di Lucia la registrazione dell'”incontro” non viaggerà su internet verso qualche server imprecisato situato in chissà quale parte del mondo. La registrazione del contatto avverrà nei rispettivi dispositivi portatili.
Per rafforzare la sicurezza e l’anonimato della registrazione i dati effettivamente salvati sono pochissimi. Sono escluse le informazioni più sensibili qauali ad esempio la la posizione geografica dell'”Incontro”. Questo per espressa volontà degli sviluppatori e del committente dell’App, in quanto questa informazione potrebbe essere usata per fini diversi da quello della guerra alla pandemia COVID-19.
l’APP IMMUNI infatti non richiede l’attivazione del GPS dello smatphone e se dovesse essere acceso non ne ricava informazioni.
Ovviamente nel dispositivo di Lucia non verrà memorizzato che in tale ora e tale data si è avuto un incontro ravvicinato con Lorenzo. Neanche quello di Lorenzo sapra mai di Lucia; verranno memorizzati dei numeri identificativi, gli esperti li chiamano ID, generati da IMMUNI durante il suo funzionamento.
uso dei dati
Ipotiziamo che dopo dieci giorni da questo incontro, Lorenzo accusa dei sintomi riconducili ad una infezione da Covid-19 e che recandosi in una strttura sanitaria gli viene diagnosticata la presenza del virus.
A questo punto, per tramite l’ospedale o il pronto soccorso che hanno verificato l’infezione di Lorenzo si comunicherà all’apposito server di APP IMMUNI, che il numero (ID) di Lorenzo corrisponde ad una persona positiva al covid-19.
Lo smartphone di Lucia, che periodicamente si collega al server per controllare la lista dei positivi, si accorgerà che c’è stato un contatto con Lorenzo, o più precisamente risulterà che ha avuto un contato con quell’ID degno di attenzione.
A questo punto sarà bene che Lucia adotti comportamenti protettivi nei confronti dei suoi familiari ed amici così da contenere la diffusione del virus. Eventualmente potrà decidere di rivolgersi alle strutture sanitarie preposte per effettuare un tampone per controllare il suo effettivo stato di salute.
App Immuni funzionerà?
Dall’esempio si capisce come l’APP IMMUNI può aiutare a contenere la diffusione del virus incidendo nei comportamenti individuali.
Ma fa anche di più. Le applicazioni di questo tipo consentono agli addetti ai lavori di ricostruire le catene di contaggio, di individuare precocemente la nascita di nuovi focolai e di studiare la contagiosità del virus e la sua pericolosità. Tutte cose molto importati e utili nella guerra alla pandemia. Non è un caso se questi tipi di applicazioni sono obbligatorie in molti paesi come, per esempio, la Corea del Sud.
Affinchè sia veramente utile è necessario che il maggior numero di persone usino l’appicazione. Più si è e meglio è.
Per tale ragione l’appicazione è facilmente scaricabile, in forma gratuita, sia dal sito ufficiale Immuni.italia.it che dagli store di Google o Apple (per sapere come fare vedi l’apposito articolo su Blog Amico).
Non tutti i dispositivi attualmente in uso posso però far funzionare l’App Immuni. Questo perché alcune peculiarità di Immuni necessitano di specifici accorgimenti tecnici ed informatici propri di questo tipo di applicazioni. Ma, i diversi produttori stanno adeguando i loro prodotti.
Per i più esigenti questi aspetti tecnici verranno trattati nell’articolo Aspetti tecnici di funzionamento dell’App IMMUNI su Blog Amico.
Immuni può funzionare negli smartphone Apple che hanno installato la versione 13.5 di iOS e sui dispositivi Android che adottano la versione Marshmallow 6 e successivi.
App immuni sui dispositivi cinesi: come funziona
I dispositivi Huawei e Honor di ultima generazione, che hanno una versione diversa di Android e che non possono accedere agli store di Google, per via dell’embargo americano, stanno provvedendo a rilasciare un nuovo sistema operativo che consenta ad Immuni di funzionare. Attualmente non sono utilizzabili per far funzionare Immuni.
Funzionerà Immuni?
Affinché l’App Immuni abbia veramente successo si è stimato che dovrebbe essere installata da almeno il 60% degli utilizzatori abituali di smartphone. Secondo i dati ufficiali, in pochi giorni l’applicazione è stata scaricata da oltre un milione di persone anche se è realmente in funzione, in via sperimentale, nelle sole regioni Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia.
Dopo un prima fase di test volta a verificare l’esistenza di errori e malfunzionamenti, che finirà 8 giugno, la funzionalità sarà estesa su tutto il territorio nazionale.
Chi ha creato immuni ed è veramente sicuro?
L’applicativo Immuni è stato creato da una azienda italiana, la Bending Spoons, su richiesta del Governo in carica che, tramite una pubblica gara, ha preteso delle specifiche stringenti in materia di tutela della privacy.
La società l’ha realizzata a titolo gratuito donandolo di fatto agli italiani. Questo rende grande merito alla Bending Spoons, a cui comunque vanno inviati ringraziamenti e lodi al di là della riuscita o meno del progetto.
Al fine di garantire la massima sicurezza delle informazioni, che inevitabilmente devono essere gestiti per il corretto funzionamento dell app, il server di comunicazione dei dati relativi alla positività degli ID è gestito dalla società pubblica SOGEI, società controllata dal ministero dell’Economia.
Quest’ultimo accorgimento garantisce che nessun privato possa cedere alla tentazione di utilizzare i dati in possesso per fini diversi da quelli dichiarati.