Forme di Stato
L’espressione “forma di Stato” indica il rapporto che intercorre tra chi detiene il potere e coloro che ne sono assoggettati, cioè il rapporto che esiste tra governanti e governati.
Si possono distinguere diverse forme di Stato, nel corso dei secoli è assistito ad una graduale evoluzione delle forme di Stato, passando dallo Stato assoluto a quello liberale, fino ad arrivare allo Stato democratico e sociale.
Quelli che andiamo a definire sono dei modelli che la dottrina ha definito per esemplificare in via teorica le diverse forme di Stato.
Lo Stato Assoluto
Lo Stato assoluto si caratterizza per l’assenza i divisione dei poteri, tutti riconducibili nella persona del Sovrano. Nella sua persona si incarna lo stato stesso (si attribuisce a Luigi XIV l’espressione “lo Stato sono io”), ha poteri illimitati ed è libero da qualunque vincolo legislativo, ponendosi al di sopra del diritto, poiché il suo potere non deriva dal popolo ma da Dio.
La società è divisa in ceti, ai quali si appartiene per diritto di nascita.
In realtà uno Stato in cui il potere sia totalmente concentrato sul Sovrano non è mai esistito, infatti il suo potere dipendeva comunque dal ceto nobiliare e in alcuni casi dal clero ai quali doveva riconoscere benefici al fine di preservare il potere.
Lo Stato di Diritto
La seconda forma di Stato che si viene a delineare intorno al 1800, soprattutto dopo la rivoluzione francese, è lo Stato di diritto. Il potere non è più affidato al re, ma alla legge, che sia essa emanata dal re o dal parlamento, e lo stesso organo che detiene il potere è soggetto alla legge.
Lo Stato di diritto introduce il concetto di separazione dei poteri, ossia la separazione tra il potere legislativo che è quello di emanare le leggi, il potere esecutivo che consiste nell’attuare le leggi e il potere giurisdizionale consistente nel potere di applicare le leggi, i quali devono essere affidati ad organi diversi e indipendenti tra di loro.
Lo Stato liberale
Dallo stato di diritto si passa allo Stato liberale, il quale è pur sempre uno Stato di diritto, caratterizzato dalla suddivisione dei poteri, dove il parlamento che è l’organo che emana le legge viene eletto. Non esistendo ancora il suffragio universali, i rappresentanti delle assemblee vengono scelti normalmente, mediante votazione, da un solo ceto sociale che di solito è la borghesia.
Lo Stato liberale è uno Stato minimalista, nel senso che si occupava solo delle attività indispensabili per il funzionamento dello stato, quindi destinato a battere moneta e a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Non si occupa dell’economia, ne di divario sociale.
Lo Stato democratico
Come naturale evoluzione dello Stato liberale c’è lo stato democratico, fondato sul valore della democrazia ovvero sul riconoscimento della sovranità popolare. I rappresentanti nella assemblee vengono eletti a suffragio universale, senza distinzione di ceto di appartenenza o di sesso. C’è libertà di manifestare il proprio pensiero, di riunione e di associarsi.
Lo stato sociale
Lo stato democratico si evolve ulteriormente nello stato sociale, il quale a differenza dello stato liberale interviene direttamente nella vita politica del Paese, al fine di perseguire l’intento di ridurre le disuguaglianze sociali, effettuando interventi a favore di categorie meno agiate o socialmente più deboli.
Altre forme di Stato che hanno che si sono affermati e che si contrappongono allo stato democratico sono lo Stato autoritario e lo Stato totalitario, dove il parlamento viene spogliato dei propri poteri a favore del Governo.
La rappresentanza parlamentare non esiste e il potere viene garantito con la forza nel sistema autoritario e con un uso distorto dei mezzi di comunicazione con il sistema totalitario. In entrambi i casi le opposizioni al potere vengono represse, ma nel caso di totalitarismo si cerca comunque il consenso popolare mediante il monopolio della propaganda politica e dei mezzi di comunicazione.
Per finire, un altra forma di Stato che ormai sta quasi scomparendo, è lo Stato socialista, dove viene imposta l’uguaglianza economica e sociale dei cittadini. Nello Stato socialista la proprietà privata non è ammessa e lo Stato diviene l’unico proprietario di tutti i mezzi di produzione. Il potere è affidato ad un unico partito, il Partito Comunista.
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